LA MIA ECOMARATONA DEI MARSI
Hermes Eramo ( UsaRunnersAvezzano)
Pronti, partenza, via! L' Ecomaratona parte facile facile. Siamo in tanti, ci sono anche quelli dell'archeorun. Il ritmo è rilassato, tanti saliscendi facili facili, bei paesaggi, quelli noti. Si ride e si scherza con gli amici, bisogna risparmiarsi per dopo. Si arriva alla valle di Amplero. Uno spettacolo di fiori e di tantissimi cavalli che corrono liberi. Poi c'è la salita, ma la conosco bene, niente di che. Si ridiscende e si torna a Collelongo. Vedi gli amici che hanno già finito, contenti e soddisfatti. Un pizzico d'invidia, perché penso che sto appena all'inizio.
Mi cambio le maglie, mi carico lo zaino e perdo troppo tempo. Attraverso la piazza, il mio nome all'altoparlante mi dà la carica. Gli amici mi spronano. Finisce l'asfalto e si capisce subito che la musica cambia. Inizia la salita, lunga e durissima. I km scorrono lenti, sembrano eterni. Solo il rumore delle bacchette e un sottobosco incredibile. Sto da solo, come al solito. Ogni tanto una fettuccia per rassicurarmi che non sto sbagliando strada. Un ristoro e poi un altro, finalmente la salita è finita. Facce amiche a ricordarti che su queste montagne non stai da solo. Comincia il saliscendi, i km tornano a scorrere più veloci. Solo il rumore dell'acqua nelle borracce. Sempre da solo.
Mi fermo ai ristori solo per scambiare due parole, per rompere la solitudine, ho già troppa roba da mangiare e bere. Iniziano altre salite, la strada si cancella, si inizia a correre a vista. Si sale su una cima così alta che TELESPAZIO sembrano funghetti bianchi e Fucino un piccolo fazzoletto colorato. Fa freddo, i crampi iniziano a farsi sentire, sembrano piccoli serpenti che guizzano tra i quadricipiti. Prego mio padre di non farmi rimanere bloccato lassù, a 1700 metri. Mi fermo, stringo i denti e riparto. Si corre a vista, senza sentiero. Finalmente inizia la discesa. I paletti miliari iniziano a rassicurarmi, 37, 37, 38, anche se il mio GPS ne segna1 di più. Mentalmente penso che ormai, alle brutte, potrei arrivare anche camminando. Il bottino perciò è già mio. Ma le gambe per fortuna girano ancora. Piano ma girano. Si rientra in paese. Vedo il traguardo, gli amici e l'altoparlante urlano il mio nome. Per l'emozione perdo le bacchette. Arrivo. La stanchezza, il dislivello hanno un po' il sopravvento. Poi torna la gioia, il the caldo, la medaglia. Giuro a me stesso e agli amici che non la correrò più, è troppo dura. Ma già oggi ho cambiato idea. Perché è troppo bella...:-)
Ora pronti per la stracittadina del 21 Maggio, percorso rinnovato 3 giri velocissimi, 10000 metri tutto nel centro di Avezzano.