NEW YORK
di Ezio Ferretti (Nuova Atletica Montesilvano)
Da Gennaio 2016 inizio a pensare seriamente di correre la maratona di New York, contatto varie agenzie e finalmente decido con chi. Dopo aver versato la prima rata di acconto (Marzo), inizio la preparazione sia mentale sia fisica. Fino al 20 giugno faccio un lavoro generico, facendo acquisire al corpo e alla mente la consapevolezza di correre la maratona. Dal 25 giugno inizio una preparazione specifica con tre allenamenti settimanali con: ripetute, recuperi e lunghi. N.B. la tabella, con 57 allenamenti (840 km), l'ho redatto da autodidatta.
Finalmente il giorno tanto atteso: 6 novembre 2016
Sveglia ore 4, colazione verso le 5, alle 5:45 in pullman per andare al ponte di Verrazzano e alle 8 circa siamo sul posto. Inizio la mia maratona alle ore 10:45, dopo aver ascoltato l'inno americano e finalmente lo sparo del cannone, pronto via.
Le sensazioni sono indescrivibili, ma il primo pensiero è stato "eccoci, dopo quasi un anno di preparazione, alla partenza della gara più importante del mondo e al sogno". Un mare di podisti lungo le strade di New York, partiti 61.000 podisti di tutto il mondo, sensazionale, io uno di loro non ci volevo credere ma ero lì anch'io a correre a fianco di atleti di tutto il globo. Lungo tutto il tragitto un mare di persone a bordo strada a incitare tutti podisti al loro passaggio, spesso mi sono fermato a parlare e a scattare delle foto, uno spettacolo nello spettacolo, oltre a varie attrazioni musicali. Spettacolare e affascinante è stato il susseguirsi dei vari paesaggi che man mano erano raggiunti e lasciati alle spalle. Parlando invece della fatica, verso il 25 km un forte vento mi ha rallentato facendomi soffrire per circa 7km, ma non ha intaccato minimamente lo spirito battagliero che era in me ed ho proseguito, anche se a rilento a macinare chilometri di corsa. Passato il 35 esimo chilometro, ho iniziato a pensare di avercela fatta, anche se spesso ho notato atleti fermi per problemi fisici: come strappi, crampi, mal di stomaco che impedivano loro di continuare. Raggiunto il 40esimo chilometro, mi sono preso una pausa di riflessione per ringraziare la moglie e figli per l'impresa che stavo portando a termine, quindi un?ultima volata finale e il grido di gioia sotto l'arrivo.